Gita in montagna a Vigo di Cadore

22 Ago 2021Diario del Club

Un ristretto, affiatato gruppo di rotariani e amici ha raggiunto nella mattinata di sabato 24 luglio la piazzetta di Vigo, località, pur al di fuori dai classici percorsi turistici cadorini, di estremo interesse per la sua ubicazione, per la sua storia, per la sua importanza culturale. Dopo le quattro chiacchere al caffè in attesa del rendez-vous, assieme ad una simpatica guida, la visita è iniziata dalla chiesa parrocchiale (pievanale) di S. Martino, esistente già nel XII sec., il cui aspetto odierno risale al 1559 con l’aggiunta nel ‘700 delle due navate laterali. All’interno si ammira un importante trittico di S: Martino della fine del ‘400, un rilievo ligneo della Crocifissione di Pancera Besarel e due tele di santi di Cesare Vecellio.

Davanti alla porta della parrocchiale si erge massiccio il campanile, coevo alla chiesa, e subito di fianco a questa la Chiesetta della Difesa. Fu eretta come ex voto per lo scampato pericolo rappresentato dalle milizie di Massimiliano I nel ‘500. All’interno numerosi affreschi testimoniano il tema votivo delle rappresentazioni religiose, accompagnate spesso dalla raffigurazione dei committenti. Un curioso ingenuo affresco del ‘600 “la buona Morte” mostra un fumetto ante litteram: un cartiglio parte dalla bocca del moribondo con la supplica di salvezza, sale fino alla Madonna e da questa ridiscende con la promessa di accoglimento della preghiera. Tre neri demoni restano scornati (foto).

La terza meraviglia offertaci da Vigo è stata la cappella di S. Orsola, da sempre attrazione culturale per la sua importanza storico artistica. Situata al centro del paese è stata costruita nel 1345 come cappella funeraria da un certo Ainardo, persona ricca e potente. La cappella è un’aula rettangolare con volta a botte che racchiude un gioiello pittorico: la leggenda di Sant’Orsola. Tutto attorno le quattro pareti si svolgono i quadri della vicenda: dalla partenza dalla casa paterna al viaggio con le 11.000 vergini, al martirio di queste, al martirio di Orsola, alla gloria della santa. Lo splendido ciclo pittorico, impossibile a descrivere in poche parole, rende una immagine viva del Medio Evo coi suoi ambienti, i suoi costumi, le sue fiabe. Una impressionante Crocefissione nella parete di fondo completa l’opera che pare dovuta ad un solo pittore, probabilmente veneto, rimasto sconosciuto.

La quarta chiesetta di S. Margherita (XIII sec.), isolata in un prato al limitare di un bosco, è l’unico edificio sopravvissuto al fuoco che distrusse una borgata di Laggio. Custodisce un ciclo pittorico degli inizi del XIV sec. con influssi bizantini, che per la sua bellezza viene denominato “gli Scovegni del Cadore”. Purtroppo, l’edificio è da tempo in restauro e la brava guida ha fatta una descrizione degli affreschi sulla base di foto (alcune qui riprodotte).

Dopo un intermezzo in una trattoria del luogo, dove un intraprendente giovane ci ha illustrato la produzione locale di un sidro che alla degustazione è risultato sorprendentemente eccellente, l’ultima visita è stata alla Biblioteca Storica Cadorina fondata nel 1892 dal prof. Antonio Rosson. Contiene pergamene, incunaboli, testi scritti, specie registri di parrocchie, Laudi e documenti delle regole, volumi di ogni epoca (alcuni di questi documenti abbiamo potuto esaminare con l’aiuto della gentilissima bibliotecaria) documenti della vita delle comunità nei secoli, conservati con la cura dovuta all’amore per la propria terra.

g.f.

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